Il rinomato sviluppatore di Bitcoin Core, Peter Todd, ha categoricamente negato di essere Satoshi Nakamoto, l'enigmatico creatore di Bitcoin, distruggendo le affermazioni del recente documentario della HBO e alimentando ulteriormente il mistero che circonda la figura fondatrice della criptovaluta.
documentario «Denaro elettrico: il mistero del Bitcoin«, prodotto da Cullen Hobak, ha suscitato grande entusiasmo affermando di aver scoperto la vera identità di Satoshi Nakamoto. Il documentario ha concentrato i suoi sospetti su Peter Todd, un rinomato sviluppatore di Bitcoin Core, sulla base di una serie di prove circostanziali.
Più specificamente, in un confronto mostrato nel documentario, Hoback pone domande dirette a Todd e al fondatore di Blockstream Adam Back, presentando quelle che considera prove a sostegno della sua teoria. Il culmine di questo confronto avviene quando Todd, apparentemente sotto pressione, risponde: "Beh, sì, sono Satoshi Nakamoto.". Tuttavia, questa dichiarazione non deve essere interpretata come un’ammissione formale di identità.
Un gioco di parole
Peter Todd è noto nella comunità delle criptovalute per aver utilizzato la frase “Io sono Satoshi” come un modo per sottolineare il diritto alla privacy del vero creatore di Bitcoin e soprattutto il diritto alla privacy del vero creatore di Bitcoin. ultimo messaggio conosciuto di Satoshi Nakamoto, spedito nel 2015:
Non sono Craig Wright. Siamo tutti Satoshi.
In effetti, Todd ha fatto questa battuta in diverse occasioni, sottolineando che l'identità di Nakamoto dovrebbe rimanere nel regno del mistero. In un'intervista sul podcast "What Bitcoin Did", Todd ha dichiarato: "Io sono Satoshi, proprio come tutti gli altri", suggerendo che l'identità del creatore non è importante quanto la tecnologia stessa.
Nonostante le insinuazioni contenute nel documentario, Todd è stato chiaro nella sua posizione. Prima della première del documentario aveva già negato di essere Satoshi e, dopo la diffusione di clip che suggerivano un suo legame con Nakamoto, ha ribadito la sua smentita sui social network. In risposta a un commento su X, Todd ha scritto: "Non sono Satoshi.". Ciò dimostra che la sua affermazione nel documentario non deve essere presa come un serio riconoscimento, ma piuttosto come parte di un gioco retorico.
L'importanza della riservatezza
L'insistenza di Todd nel mantenere le distanze dall'identità di Satoshi evidenzia un aspetto cruciale nel mondo delle criptovalute: la privacy. Fin dalla sua nascita, Bitcoin è stato visto come un simbolo di libertà e decentralizzazione, e la figura di Satoshi Nakamoto rappresenta quella filosofia. La rivelazione della sua identità potrebbe avere implicazioni significative per la comunità delle criptovalute e per la percezione pubblica di Bitcoin.
La privacy è un argomento ricorrente nelle discussioni sulle criptovalute. Molti nella comunità sostengono la protezione dell'identità di Nakamoto, sostenendo che il suo anonimato consente a Bitcoin di operare senza l'influenza di interessi personali o aziendali. La rivelazione della sua identità potrebbe distorcere l’essenza di ciò che Bitcoin rappresenta.
Reazione della comunità
D'altro canto, la comunità delle criptovalute ha reagito con scetticismo alle affermazioni del documentario. Molti vedono la narrazione presentata da Hoback come una strategia sensazionalistica per attirare l'attenzione sul documentario, piuttosto che come un'autentica scoperta. La figura di Satoshi Nakamoto è stata oggetto di speculazioni per oltre un decennio, e la possibilità che qualcuno come Peter Todd ne sia il creatore è stata accolta con un misto di incredulità e curiosità.
Sui social i commenti sul documentario sono stati diversi. Alcuni utenti hanno espresso sostegno a Todd, mentre altri hanno messo in dubbio la validità delle affermazioni di Hoback. Questa controversia mette in luce la passione e il continuo interesse che circondano la figura di Nakamoto e la storia di Bitcoin.