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Il rapporto dell’OCSE sottolinea la necessità che le autorità di regolamentazione partecipino alle blockchain private

L’OCSE cerca di generare un dibattito affinché i regolatori diventino consapevoli dell’importanza della loro partecipazione alle blockchain consentite e regolamentino le attività ivi svolte.

L’OCSE suggerisce politiche antitrust e anticoncorrenziali applicate alle reti blockchain private o consentite.

L'OCSE suggerisce una serie di politiche applicate alle reti blockchain private o autorizzate per evitare comportamenti anticoncorrenziali e monopolistici all'interno di queste reti. 

Secondo a segnalare pubblicato dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), dal titolo «Antitrust e la macchina della fiducia», le autorità di regolamentazione statali devono avventurarsi, integrarsi e partecipare alle diverse reti blockchain private o autorizzate, al fine di mitigare i rischi esistenti in relazione al monopolio. Per l'organizzazione, la tecnologia blockchain Offre un'ottima alternativa alle tecnologie tradizionali o ai modelli di business che creano fiducia, poiché nella maggior parte di queste reti non è necessaria la partecipazione di un intermediario o di una terza parte fidata.

Tuttavia, l’OCSE sottolinea che questa caratteristica è presente all’interno delle reti blockchain pubbliche e decentralizzate, dove qualsiasi utente può diventare nodo o validatore della rete e partecipare al suo consenso; mentre nelle blockchain consentite, o private, si applicano alcune restrizioni, quindi non tutti possono accedervi. In questo senso, l’OCSE evidenzia che nelle reti blockchain consentite si ritorna al concetto di fiducia, dove sono necessarie terze parti per gestire e gestire le informazioni interne. Questo aspetto fa sì che gli utenti autorizzati possano adottare comportamenti “anticompetitivi e monopolistici”. 

E sebbene l’organizzazione sottolinei che il suo rapporto si basa sul lavoro svolto da Pike & Capobianco (2019), che non rappresenta necessariamente il suo ideale e punto di vista, è chiaro che l’OCSE cerca di stimolare il dibattito su questo argomento, e incoraggiare le autorità di regolamentazione a emanare nuove leggi antitrust all’interno di queste reti blockchain.

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La blockchain e i suoi utenti

Come indica il testo, la partecipazione che gli utenti hanno all’interno di queste reti blockchain può essere completamente diversa nelle reti decentralizzate e nelle reti private. Ad esempio, l’OCSE rileva che nelle blockchain pubbliche la disponibilità di validatori, o partecipanti, è ampia; mentre nelle blockchain private si cercano e selezionano validatori molto più affidabili. Tuttavia, l'organizzazione sottolinea che in entrambi i casi le caratteristiche di sicurezza, il prezzo e la velocità di verifica devono essere attraenti e competitivi, al fine di attirare più validatori nella propria rete e mantenere un equilibrio naturale. 

Allo stesso modo, l’OCSE indica che un’analisi competitiva dell’impatto della tecnologia blockchain richiede lo studio di diversi mercati, inclusi mercati a monte, mercati di input e mercati al dettaglio a valle, oltre ai mercati in cui le reti blockchain competono tra loro e i collegamenti tra loro. Questa pratica, o metodologia, permette di garantire che vi sia una concorrenza leale tra le diverse reti e, in caso di irregolarità che favoriscono l’una più dell’altra, o che fissano prezzi eccessivi all’interno di una rete blockchain, l’OCSE ritiene che “l’intervento " è appropriato direttamente da un'agenzia garante della concorrenza."

Rischi di comportamenti anticoncorrenziali e monopolistici

"La natura della tecnologia blockchain crea una serie di rischi in termini di comportamenti anticoncorrenziali da parte di coloro che controllano la blockchain."

L'organizzazione evidenzia la necessità di controllare quegli "abusi" o "sfruttamenti" che possono avvenire all'interno di una rete blockchain consentita, come il caso sopra menzionato dell'imposizione di "prezzi di transazione eccessivi", che possono essere messi in discussione e controllati dalle autorità. agenzie se partecipanti. Allo stesso modo, l’OCSE sostiene che l’intervento dei regolatori all’interno di queste reti può consentire il controllo o l’intervento diretto da parte di un organismo competente, a condizione che abbia il potere di agire per risolvere i problemi individuati.

In sintesi, l’organizzazione mira a generare un dibattito affinché i regolatori prendano coscienza dell’importanza che la loro partecipazione può avere all’interno delle blockchain consentite, e siano in grado di regolamentare o controllare le attività ivi svolte. Secondo l'organizzazione, i regolatori e le agenzie concorrenti "devono avere un nodo su queste blockchain". 

A proposito dell'OCSE

L’OCSE, organizzazione composta da 36 tra i paesi economicamente più sviluppati del mondo, ha mantenuto un atteggiamento un po’ confuso nei confronti criptovalute e nuovi sviluppi. Questa organizzazione sottolinea da un lato che le criptovalute rappresentano un’opportunità per l’economia globale, dall’altro sostiene che rappresentano un potenziale rischio. Per quanto riguarda la blockchain, sottolinea che si tratta di una tecnologia dal potenziale entusiasmante, ma che per le sue caratteristiche può sollevare preoccupazioni nei mercati tradizionali. 

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